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Chi era Melkart: l'origine delle Colonne d'Ercole

Melkart (o Melqart) era il dio fenicio protettore della città di Tiro e dei naviganti lungo la rotta Est Ovest. La mitologia narra che vivesse anche in una grotta presso capo Ampelusio, l’attuale capo Espartel in Marocco. Per coprire grandi distanze, si rendevano necessarie delle soste e i Fenici, che erano soliti viaggiare senza perdere di vista le coste e le isole costruirono, sul litorale nordafricano, in Sicilia, in Sardegna, a Ibiza, in Spagna degli scali commerciali, «autentici avamposti, che oltre a consentire loro opportune soste, costituirono ulteriori opportunità per i loro commerci con i popoli indigeni». Grazie ai Fenici l’intero Mediterraneo diventerà uno spazio economico dove tutto merci, oggetti, divinità, culture, tecniche saranno oggetto di scambi dando origine ad una cultura cosmopolita. Tutto circola, divinità, artigianato, idee….

La figura di Melkart ha ispirato la nascita della figura greca e latina di Eracle/Ercole e il conseguente storytelling sulle colonne d’Ercole. Luogo di incontro tra Est/Ovest e Sud/Nord e soprattutto l’Oceano e il Mediterraneo. La peculiare figura di Melkart aiuta a comprendere il perfetto nesso tra commercio e materie prime.

Qando MelKart fu sullo stretto di Gibilterra si trovò di fronte il grande oceano, sentenziò che quelle fossero le acque della morte e il confine del regno dei viventi. A perenne monito dei naviganti vi pose due pilastri detti Pilastri di Melkart poi diventati per i Greci “Le colonne di Ercole”.  Di là non c’era il regno dei morti, ma ciò che oggi chiameremmo la nostra «confort zone». Superata quella, non fu difficile affrontare i limiti della società e dell’uomo. Come? Con la tecnologia.

la squadra

Presidente

Claudio Antonelli (Iseo, 1976),  è vice direttore de La Verità e amministratore delegato de La Verità digitale. Laureato in filosofia e ufficiale di complemento dell’Arma, da anni segue le sfumature economiche del mondo della geopolitica. Appassionato di Africa.

Vice presidente

Daniele Capezzone è stato due volte parlamentare. Atlantista e liberale classico, ha presieduto la Commissione Attività Produttiva (2006) e la Commissione Finanze (2013) della Camera dei Deputati.  Ha lasciato la politica attiva nel 2018. È oggi commentatore politico per il quotidiano La Verità e per i programmi di informazione delle reti Mediaset. Per le edizioni Piemme, ha pubblicato nel 2022 “Bomba a orologeria – L’autunno rovente della politica italiana”. Sempre per Piemme, ha pubblicato nel 2020 “Likecrazia – Lo show della politica in tempo di pace e di Coronavirus”, e nel 2021 “Per una nuova destra – Antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati dalla sinistra”.

Segretario

Stefano Graziosi (Roma, 1990). È analista di politica internazionale per La Verità e Panorama. Collabora inoltre con il think tank statunitense Heritage Foundation, con cui ha pubblicato articoli su varie testate d’oltre Atlantico, come The Washington Times, Fox News, National Review e The National Interest.